Domenica scorsa, nel pomeriggio, abbiamo fatto la via crucis salendo il Monte Krizevak (luogo suggestivo dove non è faticoso pregare e dalla cui cima si contempla tutta Medjugorje) e salendo, ad un tratto, ci ha colpito una pianticella che era nata sulla roccia e da essa fuoriusciva. Abbiamo allora scattato questa foto che ci piace molto perché essa esprime perfettamente come sono i nostri cuori e l’opera che Dio compie in essi quando, da chiusi e duri, li apre alla vita, alla gioia, alla speranza.
Ci viene in mente un recentissimo messaggio della nostra mamma del Cielo (2 aprile scorso):
“Cari figli, non abbiate cuori duri, chiusi e pieni di paura.
Permettete al mio cuore materno di illuminarli e riempirli d’amore e di speranza,
affinchè, come Madre, lenisca i vostri dolori”
In particolare qui a Medjugorje si vede chiaramente quanti cuori tocca il Signore, tramite Maria, aprendoli alla vita e alla speranza, ma in realtà E’ IN OGNUNO DI NOI CHE LUI COMPIE QUESTO, e lo fa se noi ci apriamo a Lui nella preghiera. Come sarebbero infatti i nostri cuori se non pregassero più, se non ricevessero più la grazia nella Santa Confessione ed il corpo di Cristo nella Santa Comunione? Sarebbero in effetti morti, duri come pietra, come lo sono quelli della maggior parte degli uomini di oggi. Ma, se andiamo dal Signore, ecco che Lui in noi fa l’insperato: apre questo cuore simile a roccia e pianta la sua pianticella, piccola ma che piano piano si fa spazio e cresce fino a diventare un grande albero, perché trova alimento in Lui.
Poche settimane fa abbiamo potuto constatare questo in maniera evidente nella vita di un nostro fratello di 52 anni che abbiamo accolto a Medjugorje: arrivato spossato, depresso e pieno di pesantezze, dovute a umiliazioni e dispiaceri subiti negli ultimi anni, nel giro di pochi giorni è rinato a vita nuova, riprendendo gioia, vita e forza. In lui si è verificata una nuova nascita, il Signore gli ha donato il respiro all’anima, che prima era oppressa, schiacciata e senza uno spiraglio di speranza.
E’ questo che il Signore vuole fare in noi, per mezzo del Suo Santo Spirito: ridare vita ai nostri cuori spenti, delusi e amareggiati. Nessun altro può farlo. Perciò in prossimità della Solennità di Pentecoste, chiediamo al Signore che illumini gli angoli più bui del nostro cuore, dissipi le tenebre dell’anima, tolga quei detriti che ancora ci pesano e liberi il nostro cuore da ogni laccio che ci stringe, ma soprattutto infiammi il nostro cuore di quell’Amore che Lui è venuto a portarci, vero fuoco che riscalda il cuore e dona vita, unica fiamma che veramente ci alimenta.
Nell’augurarvi perciò, in occasione di questa grande festa, di poter vivere ed assaporare questa dolce presenza nei vostri cuori, vi lasciamo con alcuni passi di un canto composto dal nostro Mattia, e vi salutiamo fraternamente.
NUOVA EDEN
Organizzazione di volontariato
Comunità per giovani in situazioni di disagio