“Date e vi sarà dato” (Luca 6,38)
Riflettendo su questo passo del Santo Vangelo, capisco che queste parole di Gesù significano questo: DATEVI E RICEVERETE NEL DARVI!
Io non devo dare di mio, pensando di dovermi privare di qualcosa, ma svuotarmi in attesa di ricevere, ossia dare tutto me stesso. Questo è ciò che Gesù disse ai suoi discepoli nelle circostanze della moltiplicazione dei pani e dei pesci; non ha detto: “Dategli voi qualcosa da mangiare” ma: “Voi stessi date loro da mangiare”! (Marco 6,37). Ciò si ripropone nell’ultima cena dove, sempre Gesù, dà fisicamente se stesso come cibo, nel pane prima e sulla croce poi.
Allora io cosa devo fare? Io non posso fare altro che darmi completamente al prossimo, consegnarmi come dono, come pacco regalo, dove l’incarto può essere più o meno bello, più o meno ricco, a effetto oppure grezzo, indiscreto, essenziale, egocentrico, ecc.
Ma ciò che conta non è il pacco, ma ciò che c’è dentro, il Dono! Un po’ come Maria quando va da Elisabetta: questo bel pacco dalle varie sfumature dell’azzurro infinito del cielo, con un bel fiocco rosa e profumato dei più rari aromi mediterranei. Elisabetta però non si ferma a guardare il pacco ma subito ne coglie il dono: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo”!
Io mi dono all’altro così come sono, con i miei pregi e difetti, con le mie gioie e dolori, con le mie povertà; non ha importanza, basta la volontà. Non serve che io sia capace, è sufficiente che lo voglia e Dio usa la mia volontà come canale per arrivare al fratello, usa il mio incarto unico e prezioso proprio per la sua unicità e, se mi vedo inadatto, meglio così, così lascio campo libero a Dio in me a favore del prossimo di sbizzarrirsi e dar sfogo alle sue 1.000 e 1.000 sfaccettature dell’Amore.
E il mio ricevere? Sempre le parole di Elisabetta: “Benedetta tu fra le donne” e così ricevo benedizione in quanto il Signore passa in me che mi lascio usare, percorrere dall’Amore.
Vengo inondato dal profumo dell’Amore, nell’estasi respiro Amore per il passaggio dell’Amore fattosi vivo in me per arrivare al fratello, per poi ancora vedere le meraviglie che questo Amore compie in lui.
Ah, ecco che allora posso dire: “Ecco il tuo servo, Signore, venuto a fare la tua volontà, consumala perché di compierla io ardo”!
Allora, cari amici, auguri di Buon Anno da veri figli di Dio, che sanno vivere tutto come dono, gioendo nel ricevere quanto nel dare!
Enrico
Organizzazione di volontariato
Comunità per giovani in situazioni di disagio